mercoledì 2 marzo 2011

Componenti russi, componenti americani... tutti fatti a Taiwan!!!

Beh, non so come ci sono riuscita, ma stasera mi sono ritrovata a guardare i trailer delle commedie romantiche uscite negli ultimi anni. Ce n’è un sacco. Credo che in certi anni escano più di venti commedie romantiche, di quelle che alla fine la trama è sempre uguale: un lui e una lei si incontrano e dopo le prime difficoltà restano insieme. Le modalità però sono sempre diverse: due che si innamorano ma lei vive a Timbuctu, lui che lascia l’amore della sua vita ma non ne troverà mai piu un altro uguale, il colpo di fulmine che va oltre la morte, l’innamorarsi lento che si ha paura ad ammettere, la paura ed il coraggio di guardare avanti sbirciando un po’ indietro, chiedersi se il vecchio detto “chi disprezza compra” sia ancora valido… quante storie, ma soprattutto quanti modi diversi di iniziarle e di viverle. Alla fine però il risultato non cambia: il finale è sempre lieto.
Se perciò siamo tutti destinati a vivere per sempre felici e contenti, in un modo o nell’altro, mi chiedo allora perché le persone critichino una storia o un’altra in base a come iniziano o come si svolgono. Chi pensa che sia amore solo se una persona ti cerca assiduamente, chi rifiuta l’idea del colpo di fulmine, chi vede la distanza come sinonimo di tradimento.
La realtà è che ogni storia ha il suo corso e non c’è un modo giusto o sbagliato di viverla, se non quello che lei stessa ci propone. Anch’io, ogni volta che vedo un trailer, mi immagino di incontrare il mio principe azzurro nella stessa situazione in cui i protagonisti si incontrano, ma poi non succede mai. Perché il mio modo di incontrare i principi azzurri è unico, come quello di tutte le altre Biancanevi o Cenerentole. Mica posso incontrare il mio principe azzurro ad un concerto reggea, io, che non ci vado mai?! Al massimo ad un concerto rock, al contrario della protagonista di un film. Ma questo non vorrà dire che sarà diverso l’effetto che questo incontro avrà nel futuro di due persone.
E una volta incontrato il principe azzurro ci si interroga sul comportamento da tenere. Ci facciamo tante seghe mentali sul “mi chiama, non mi chiama”, oppure su quanto detestiamo una persona per un difetto quando semplicemente ci trafigge l’orgoglio vederne i pregi, ma tanto prima o poi verremo comunque a sapere cosa si prova l’uno per l’altra.
Ed anche qui, non è la modalità con cui i sentimenti nascono o crescono che importa, ma i sentimenti stessi. I sentimenti non crescono su terreni aridi, ma neanche possono morire su terreni fertili. Se mancano i sentimenti, nessuna storia resterà in piedi. E se ci sono loro, nessuna storia può temere. Una storia a distanza non ha più o meno valore di chi si vede tutti i giorni, chi ne inizia una dopo una separazione non ha meno speranze di chi non è mai stato innamorato, due persone completamente diverse non sono meno felici delle anime gemelle.
Se son rose fioriranno. È l’unica regola applicabile.

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