domenica 27 marzo 2011

Ora più, ora meno

Stasera è cambiata l’ora. A casa di Guido ho portato in avanti le lancette del mio orologio da polso (in realtà l’ha fatto Guido perché io sono impedita). Tornata a casa ho guardato l’orologio del salotto e poi il mio da polso, e mi sono confusa con la differenza di ora. Allora ho deciso di cambiare anche quello del mio salotto, nonostante fossero le 5 del mattino. Ho preso una sedia, ci sono salita sopra e l’ho tolto dal muro per poter girare le lancette. E mi sono ricordata di aver fatto la stessa cosa a ottobre per riportarle indietro di un’ora.
Un gesto che mi sembra di aver fatto ieri. Invece era 5 mesi fa. Già 5 mesi. 5 mesi che sono tornata dalla Russia. Quante cose sono successe. Sono stata mollata, illusa, indecisa, decisa, fortunata, sfortunata, speranzosa, incasinata. Tutto in 5 mesi, passati in un lampo.
Una volta qualcuno mi ha detto che dopo i vent’anni il tempo passa più in fretta. Non è proprio dopo i vent’anni. È in base a quello che uno fa della sua giornata. Tra i venti e i venticinque mi sono passati abbastanza in fretta grazie all’università. Ma con il lavoro è tutta un’altra cosa. Passano talmente in fretta che davvero a volte si ha l’impressione che non ci sia tempo di metabolizzare tutti gli avvenimenti che succedono, e si ha l’impressione che tutto scorra, forse un po’ troppo velocemente, forse un po’ troppo senza emozioni.
Forse dovremmo fermarlo, quell’orologio, invece di portarlo avanti e indietro ogni volta. Fermarlo per pensare un po’ a quello che viviamo, per fissarlo meglio nella nostra memoria, e sì, anche per sentire meglio quello che ci comunica. Per evitare che ogni avvenimento diventi parte di una routine, per evitare di dire “questo l’ho già visto, quello l’ho già vissuto”. Perché anche se ci sembra la stessa cosa, in realtà ogni evento ha le sue peculiarità, e nella fretta rischiamo di riassumere tutto insieme in grandi categorie. Invece dovremmo imparare qualcosa di nuovo da ogni situazione.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Concordo con te mia cara amica. Il tempo scorre, questo è inevitabile, ma tutto dipende da come lo viviamo. Quanto parlo con le persone, spesso la domanda che mi fanno è : Ma tu quanti anni hai? Sembra che hai vissuto non so quanto vite! Ed è vero anche a me sembra di aver vissuto tante cose, tanti momenti intensi, tanti momenti validi e pieni di soddisfazione, altri invece no, ma l'importante è che li HO VISSUTI. Un caro saluto Cristina, da chi ti ricorda con affetto ed in particolare per i bellissimi momenti vissuti in Brasile. Un abbraccio sincero, Marco.