domenica 26 dicembre 2010

20b

Giovedì mattina lui è partito per l’Italia d’urgenza. I suoi genitori sono stati ricoverati in ospedale e lui deve andare a prendersi cura di loro.
“Forse è la mia occasione” ho pensato, “andare in Italia anch’io e stargli vicino, fargli capire che ho capito quali sono le cose importanti e che adesso sono disposta a tornare in anticipo per fargli sentire quanto ci tengo a lui.”
Mi sono interrogata tutto il giorno sul da farsi. Il primo volo era sabato e avrei in caso dovuto comprarlo. Giovedì sera ho incontrato Andrea in chat. Secondo lui sarei dovuta partire sabato. “Si vuole una che ci sia” mi disse. Ma secondo Bianca non mi sarebbe cambiato di nulla, era inutile andare là tre giorni prima in un periodo in cui lui comunque non aveva tempo per nessuno. Non avrebbe cambiato le cose.
Venerdì sera dovevo vedermi con Eva. Ancora non avevo preso una decisione sul da farsi, ed era ora di uscire di casa. Avevo appena sentito Bianca su Skype. “Chiedi anche a Eva cosa ne pensa quando la vedi”. Ma non serviva vederla per sapere che mi avrebbe detto di non partire.
Alzai gli occhi al cielo. “Papà… Sento che devo andare, che in cuor mio ho bisogno di andare, mi sembra un’opportunità in più che mi è stata data e non la voglio sprecare. Ma se pochi mi danno ragione, i più dicono che è inutile, forse perché riescono a vedere più in là di me. Dimmelo tu, papà, cosa fare, perché io non ne ho idea e ho paura di sbagliare di nuovo.”
Con questi pensieri uscii di casa. Ero arrivata in quel quartiere la notte prima con un taxi, ma mi sembravano soldi sprecati alle 5 del pomeriggio. Iniziai a cercare una fermata dell’autobus. Nella strada appena fuori casa ce n’era una. Mi avvicinai: niente orari, ma di lì era chiaro dal cartello che passava solo il 20b. Guardai un po’ più avanti: poco distante c’era la Malahide Road, e un sacco di autobus passavano proprio in quel momento.
Mi diressi verso la Malahide per avere qualche possibilità in più di non morire congelata aspettando un autobus che non si sapeva quando sarebbe passato.
Sulla Malahide la fermata era vicina all’incrocio. Mi infilai sotto il riparo ad aspettare. Avevo appena perso un sacco di autobus, li avevo visti passare mentre mi avvicinavo. “Speriamo ne passi uno in fretta”. E mentre lo pensavo, ecco sbucare dalla laterale dalla quale ero appena uscita il 20b. Lo guardai come se avessi visto un fantasma. Si fermò, salii, mi sedetti e iniziai a pensare.
Pensai che anche stavolta il segno era abbastanza chiaro. Non importa quante possibilità uno si dà nella vita, o quante ne perde. Se il nostro autobus è il 20b, sarà quello a passare prima o poi, e non possiamo farci niente, se non salire e vedere dove ci porta. Il 20b è l’autobus della mia vita, è l’autobus del mio presente, che non devo sprecare. Devo riprendere a vivere, senza fretta di strafare, senza l’ansia di essere in ritardo su qualcosa o di arrivare per forza. Piano piano, prendere il mio autobus e andare. Magari un giorno sul mio 20b salirà di nuovo lui, oppure un bello sconosciuto che si siederà al mio fianco e farà il viaggio con me. Non lo so ora, ma il destino lo sa cosa mi aspetta, e io aspetto il suo prossimo segno. Intanto salgo sul 20b.

domenica 12 dicembre 2010

Ridere ancora

Dopo un film di Pieraccioni non si impara molto, ma spesso le morali semplici sono le più efficaci... Tipo: "Quando uno con una persona ci sta bene, rilassato, ma soprattutto gli scappa sempre, ma sempre, da ridere, vuol dire che è innamorato!"
Sì, potrebbe giocare a mio discapito... ma adesso ci metto del mio: l'atteggiamento positivo fa accadere cose positive. In fondo, noi cerchiamo solo la felicità. E poi ridere fa bene, e mi piace quando qualcuno è contento di vedere il mio sorriso. E' forse l'unica cosa bella che la vita mi ha dato. Ed io mi diverto a darlo a mia volta agli altri. Iniziamo ad essere contenti con noi stessi. Il mondo si adeguerà.

Smettila

tanto non succede...

... which way should I read this?
Who did the biggest mistake?

lunedì 6 dicembre 2010

Oggi solo chat e FB

Imogen Heap - Hide and Seek

Where are we?
What the hell is going on?
The dust has only just begun to form
crop circles in the carpet,
sinking, feeling.
Spin me around again
and rub my eyes.
This can’t be happening
when busy streets,
a mess with people would stop
to hold their heads heavy.

Hide and seek,
trains and sewing machines.
All those years
they were here first.

Oily marks appear on walls
where pleasure moments hung before the takeover,
the sweeping insensitivity of this still life.

Hide and seek,
trains and sewing machines.
You won’t catch me around here.
Blood and tears,
they were here first.

Mmm… what you say?
Mmm, that you only meant well?
Well, of course you did!
Mmm… what you say?
Mmm, that it’s all for the best?
Of course it is!
Mmm, what you say?
Mmm, that it’s just what we need?
You decided this!
Mmm, what you say?
What did SHE say?

Ransom notes keep falling out your mouth,
mid-sweet talk, newspaper word cut-outs
speak no feeling. No, I don’t believe you,
you don’t care a bit, you don’t care a bit.
Ransom notes keep falling out your mouth,
mid-sweet talk, newspaper word cut-outs
speak no feeling. No, I don’t believe you,
you don’t care a bit, you don’t care a bit,
you don’t care a bit, you don’t care a bit,
you don’t care a bit, you don’t care a bit,
you don’t care a bit!

venerdì 3 dicembre 2010

Ho come una vaga sensazione di deja-vu...

Riassunto di ogni storia d’amore che al mondo finisce:

“[…] Come faccio io a fidarmi di te se tu non mantieni fede anche solo a queste piccole cose? Come posso credere che tu tenga fede a cose più grandi se già queste ti pesano? Sono questi i momenti peggiori. Quei momenti in cui mi chiedo quanta sia in realtà la verità che tu mi dici. E in questi momenti mi sembra sempre che sia poca, troppo poca per essere considerata tale. La stanza è calda, eppure io tremo... Tremo e piango, perchè non so dove sei, con chi e cosa fai. E non riesco a fidarmi, non ci riesco. […] Mi sento piccola piccola, nei tuoi pensieri, e poi dico: "Ma ci sono nei suoi pensieri?" E se non sono nei tuoi pensieri ho paura di quello che puoi fare. Perchè se prima il mio pensiero bastava a ricordarti che ero una persona che dovevi rispettare, ora che il mio pensiero non è in te forse non mi rispetterai... Forse... Forse... Forse... Non lo so. Sono esausta. […]
[…] Anche nel sonno leggerò la nostra storia, quella che non è ancora stata scritta, quella che il mio cuore sta inventando, perchè non riesce a battere se non ha il tuo accanto, e rischia di fermarsi a sapere che non ci sei, e deve per forza credere che ci sarai, altrimenti come potrei vivere io con un cuore che non batte più? […]
[…] Penso che forse sì, ho spesso messo [il viaggio] davanti a te, ma adesso non riesco a guardare [quelle foto] di cui devo domani scrivere, perchè anche là leggo solo il tuo nome, anche se il tuo nome non c'è. Ma tu sei ovunque, e non sei qui. Ti vedo ovunque, ma non riesco a toccarti, ad accarezzarti, a baciarti. Tu non ci sei. Non ora. Chissà fin quando. Chissà se ci sarai.
Chissà dove sei. Chissà se il mio pensiero è con te. Ma è meglio non pensare a questo, potrei ricominciare a stare male. Anche se so che questi tristi pensieri mi aspettano sotto le coperte, attendono che spenga la luce per spaventarmi con le loro ombre, e mi faranno piangere, piangere, finchè, stanca morta, mi addormenterò, e non sarà presto. Spero di essere più stanca che morta, spero di svegliarmi ancora domani mattina. Ho sperato tante cose in questi giorni, e poco si è avverato. Chissà se queste speranze saranno come le altre...
E intanto tu ti starai divertendo, in che modo non so, ed io mi faccio sempre più piccola nei tuoi pensieri, sempre più piccola, così piccola che tra poco griderò un addio che tu sentirai appena prima di sparire.
Vorrei avere la forza di lottare, ma tu me la dai e tu me la togli, a tuo piacimento. In questo momento me la stai togliendo, e pian piano... killing me softly... […]
[…]Un angelo custode che non avrebbe permesso a nulla di ferirmi, perchè mi amava, perchè lo amavo, perchè ci amavamo, perchè quando mi stringeva a sè ed io mi nascondevo in lui eravamo una cosa sola, dolce, bella. […]
[…] Capisco il tuo dolore, perchè è il mio dolore, ma non capisco il tuo amore, quell'amore che senti e che non vuoi ammettere, quell'amore che dovrebbe farti pensare a me e che invece ti fa pensare ad altro. Ma forse è il dolore che pensa ad altro, il tuo amore pensa a me. O forse entrambi pensano a me, in me si scontrano e si mescolano come colori da cui ne esce un terzo, che non so definire, o che ho paura di definire. Forse odio? Ma dall'amore non nasce odio, semmai dall'odio nasce amore (My only love, sprung from my only hate! - Il mio unico amore, nato dal mio unico odio!). Ma se malauguratamente fosse odio, forse anche da quest'odio rinascerà l'amore. Forse paura? Paura di amare e soffrire, paura di amare perchè fa soffrire, poichè amore e dolore si trovano insieme. Forse indifferenza? No, emozioni così forti non possono lasciare nessuno indifferente. Si può essere indifferenti al trapano del dentista o al bisturi del chirurgo? Nonostante l'anestesia (che nel tuo caso potrebbe essere lei) sentiamo che qualcosa succede al nostro corpo, sentiamo che qualcosa si muove, viene tolto, viene ricucito. […] Quello che dentro ci scuote con violenza, o anche solo delicatamente, ma comunque muove qualcosa, non può lasciarci indifferenti. Forse rabbia? più che odio direi che è rabbia, risentimento, forse accompagnato da un leggero languorino, quella voglia di vendetta che mangia dentro e fa venir fame. Ma in tutto questo non vedo indifferenza: vedo piuttosto una consapevole lucidità, magari inconscia, ma che sa bene il fatto suo.
Non so che colore è uscito da quel miscuglio di sentimenti che mi rivolgi, ma di sicuro qualsiasi sia l'amore che hai provato per me è ancora là, che lotta per sopravvivere. A volte riesce a uscire dalle onde tempestose delle correnti emozionali, ma tu stai lì a guardarlo invece di tirargli un salvagente, perchè hai paura di non riuscire a salvarlo, e anzi peggio, di cadere anche tu nella tempesta.
Non aver paura, l'amore è una cosa meravigliosa... Sempre![…]
[…] Anche noi passavamo le ore a parlare, e quando si doveva chiudere la conversazione c'era sempre qualcos'altro da dire, che spesso si lasciava per il giorno dopo. Passavamo anche [intere serate] al telefono […] e non ci eravamo ancora detti tutto.
E ora penso a noi - ultimo atto (della prima parte). Noi che nell'ultimo periodo non avevamo nulla da dirci, che eravamo quasi estranei, abitudinari. Tutto quello che una volta era meraviglioso era diventato normale, [la mail] era quasi una palla al piede da tenere [d’occhio] mentre si fa qualcos'altro per non perdere tempo. […]
Perchè non ci siamo più detti nulla? Perchè non volevamo più saperne nulla l'uno dell'altra? Prima era importante anche sapere quello che uno faceva durante la giornata, nonostante fosse quasi sempre la stessa cosa ogni volta lo si raccontava con particolari diversi, con tono diverso, e sembrava sempre qualcosa di nuovo. Quando non si aveva nulla di particolare da dire si trovava sempre qualcosa di cui parlare. Possibile che tutti gli argomenti si fossero esauriti in soli tre [mesi]? […]
[..] E’ che non voglio smettere di parlare con te, voglio sempre dirti tutto quello che penso, voglio che quando inizierà l'atto primo della [seconda] parte tu non abbia perso neanche una virgola di quello che sono, e di quello che diventerò. […]
[…]Ma lo sai quanti significati ha la neve? Troppi per elencarteli tutti. Ma te ne dirò un paio di contrastanti, e nonostante tutto complementari. La neve simboleggia la morte: innanzitutto perchè cadendo crea un silenzio attorno quasi irreale. E poi perchè copre tutto, col suo bianco mantello spazza via tutto quello che vedevi, e tutto diventa uguale. Del mondo che conoscevi non resta che l'ombra. Ma proprio per questo la neve è anche rinascita: sull'ombra del mondo che conoscevi se ne crea uno nuovo, bianco, silenzioso, tranquillo, diverso da quello che conoscevi, eppure sempre lo stesso.
Magari è così, magari la nostra storia è morta quel giorno e sta aspettando di rinascere. […]
[…] La conferma che tu mi vuoi, adesso, come è. Se è stato solo sesso quello che abbiamo fatto le ultime volte che ci siamo visti, allora ho sbagliato tutto in quattro [mesi]. Se è stato di più, come credo, un po' mi vuoi. E se mi vuoi, almeno un po', anche solo una virgola, non ti costa nulla essere il mio ragazzo. Sarebbe una cosa naturale. […] Hai ragione, è stata anche colpa mia se ora devo aspettare più a lungo. Ma sai anche che tu hai il potere di fermare quest'attesa quando vuoi. Solo che non vuoi.
Perchè non vuoi? Non vuoi avere problemi? Non vuoi rischiare di averne? La vita è sempre un rischio: se ti rimetti con me, rischi di avere problemi, se non ti rimetti con me, rischi di perdermi. […]
[…] Non ti chiedo di amarmi alla follia da domani. Ti chiedo di rischiare. Di provare. Di provare a darmi un sassolino di più. Potresti ricevere in cambio una montagna. O un mucchietto di polvere. Non abbiamo certezze nella vita. Le uniche certezze dobbiamo crearcele da noi. Il nostro amore è sempre stato quella certezza, era quella persona che qualsiasi cosa ci sarebbe andata storta durante la giornata ci avrebbe aspettato la sera […] per parlare, per consolarci, per ascoltarci.
Chiedo il permesso di essere la tua ragazza, di non dover chiedermi ogni volta "ma questo in questo momento andrebbe detto, ma per motivi tecnici non lo posso dire". Mi sento legata quando parlo con te. Vorrei dire cose che non posso dirti, perchè non sei il mio ragazzo, ma è maledettamente difficile trattenerle quando tu dall'altra parte sei, o quantomeno sembri, lo stesso di sempre. Vorrei solo poter parlare con te come facevo all'inizio, a ruota libera, senza preoccuparmi di quello che pensavi, perchè sapevo che mi avresti comunque ascoltato senza rimproverarmi. Vorrei poterti dire le cose senza doverti chiedere "Posso chiederti una cosa? Ma se te la dico poi ti arrabbi..." Dirtela, e basta. Senza paura che tu ti arrabbi. E se ti arrabbi, non importa. Ti sei sempre arrabbiato per certe cose, ma non mi hai mai dato la sensazione che non dovevo dirti qualcosa. Ora ce l'ho. […]
[…] So solo che se mi dessi poco di più, mi aiuterebbe a darti di più a mia volta. Se dobbiamo ricostruire qualcosa dobbiamo mettere un mattone alla volta. Uno a testa. […]
[…] Il mio cuore è distrutto, ed è solo colpa mia. […]
[…] Avevo dei sogni, dei sogni che ora non posso più realizzare, dei sogni che non ho più. Ed ho paura che siano di nuovo nei miei occhi, ma ho paura che se anche guarderai di nuovo nei miei occhi non li vedrai. Ma ci sono, ti prego di credermi che ci sono di nuovo, guardami negli occhi e cercali, magari rivedendoli ti piaceranno.
Lo so che non mi ami più. Ma non riesco a rassegnarmi, non ci riesco. Non ha senso che io non ti possa più avere nella mia vita. Io ti voglio ancora nella mia vita, ti voglio nei miei sogni, voglio sognarli con te, voglio parlarne con te. Voglio te. […]
[…] Ma io non voglio rinunciare, non voglio disperare, voglio sempre sperare che tu tornerai da me. Spero tanto che tutto questo sia solo un brutto sogno, sia solo un momento in cui tu vuoi stare da solo con te stesso, ma che poi tornerai da me. […]
[…] Perdonami per quello che ho fatto, ho provato a rimediare, non ci sono riuscita, perdonami anche per questo. Dammi un'altra possibilità. Non allontanarti da me. Avvicinati. […]
[…] Sei il mio mondo. E il mondo che vedevo con te era tutto quello di cui avevo bisogno. E ne ho bisogno tutt'ora. […]
[…] C'è ancora un noi. E se non lo vedi, è perchè è un po' nascosto. Ma c'è, e prima o poi salterà fuori. […]”

Se l’uomo non impara dai suoi errori, la donna sì: ho imparato a essere più forte e a rispettarmi di più.
Ma non ho ancora imparato a fregarmene…

“L’umore influenza i gusti, l’amore li cambia.”

giovedì 2 dicembre 2010

Snow

I can’t believe it’s the third time I miss the snow in Dublin. It seems that the weather can peep into my agenda and organizes snow storms right when I’m not there. Every snow storm starts when I leave and stops just before I go back. It’s such a pity, because I love snow. When it snows you always must look at the world in a different way. I don’t really like it when a low deck is laying down on the floor. Ten cars pass and it turns into mug, soils your clothes and prevents snowball battles. I prefer when a good half meter blocks every technology mankind has invented. No cars on the roads, no flights at the airport, even biking is impossible. Of course we have snowmobiles and skis which wait just that White Christmas feeling to go out and play, but at the beginning, when you wake up in the morning and nothing has been done yet on the streets, you feel like you are at the moment of the creation of the world. Everything is still, everything is waiting to live in a new way as in the old one is not possible anymore. You go out of your house like you are facing an unknown adventure.
But my favourite snowy moment is definitely when the snow is falling down. Its laying softly on every object makes a sound so close to silence that every other sound is overwhelmed by it. Every time I watch from the window the snow falling down my mind is wrapped between the flakes and twirls in the wind over the floor so it doesn’t make noise. Those flakes between me and the usual landscape makes me feel I’m in such a different place far away and the loud silence makes the world even further. In that moment, anywhere I am, I find the place I’m restlessly looking for every moment of my life. When the snow is falling my soul is finally at peace.

Ma il mio momento nevoso preferito è decisamente quando la neve cade. Il suo appoggiarsi dolcemente su ogni oggetto fa un rumore così simile al silenzio che ogni altro suono ne è sopraffatto. Ogni volta che dalla finestra osservo la neve cadere la mia mente si avviluppa tra i fiocchi e volteggia nel vento senza toccare terra per non fare rumore. Quei fiocchi tra me e il solito paesaggio mi fanno sentire come se fossi in un posto così diverso e lontano e il silenzio rombante rende il mondo ancora più lontano. In quel momento, ovunque io sia, trovo il posto che cerco freneticamente in ogni momento della mia esistenza. Quando la neve cade la mia anima è finalmente in pace.

martedì 30 novembre 2010

Pro morte

Ho imparato che qualcuno si definisce “pro-vita” come se altri potessero definirsi “pro morte”. (Fabio Fazio)
Non capisco questa morbosità dei cattolici di accanirsi sui defunti. Perché ogni anno, alla ricorrenza della morte di qualcuno, si celebra una messa in suo onore? Perché proprio nell’anniversario della morte? Non si potrebbe farlo al suo compleanno? È sicuramente un evento più lieto da ricordare… come se una persona che ci manca avesse bisogno di una messa per essere ricordata. Le persone che ci vengono a mancare sono sempre nei nostri pensieri, ogni giorno. Ne parliamo, le pensiamo, abbiamo un sacco di bei ricordi legati a loro. A che serve intristirci ricordandoci il giorno della loro morte? Di sicuro quel giorno non è stato uno dei migliori della nostra vita, non ce lo dimenticheremmo di sicuro, con o senza messa. Non è meglio lasciar spazio ai bei ricordi?

... e non è già abbastanza ironico che il 50mo post del mio blog sia anche l'età che aveva quando se ne è andato?

martedì 23 novembre 2010

Da un amico

E' una canzone estremamente vera... tutta la tempesta che passa dentro la testa ed il cuore di noi uomini in certi casi...



Marco Masini - Lasciaminonmilasciare

Lasciami, che cosa cambia?
Che ci facciamo in questo pomeriggio,
con gli occhi chiusi come una finestra
davanti al mare azzurro e giallo di Viareggio?

Lasciami in questo albergo
di specchi strabici e di tende consumate,
ad ascoltare l'infinito tango
del tempo che da inverno ridiventa estate.

Lasciami un po' per giorno, un po' così,
piccoli presentimenti di un addio,
oppure lasciami tutto d'un colpo, adesso e qui,
dillo tu quello che sto pensando io.

Perché gli uomini sono vigliacchi
e si fanno lasciare, lo sai,
e non sanno guardarti negli occhi
quando tutto è finito oramai.

Tu invece strappami come un cerotto
e la ferita non farà più male,
adesso lasciami su questo letto
solo un cratere bianco sul guanciale.

Che aspetti? Vattene sei così bella,
fammi vedere come sai volare,
perché io penso che hai sbagliato stella,
perché io penso che hai sbagliato amore!

Lasciami, tu che sei forte più di me,
staccami da questo faticoso paradiso, te,
oppure cambiami se ci riesci, amore mio,
fallo tu quello che non son mai riuscito a fare io!

Perché gli uomini sono insicuri
e si lasciano spesso da sé
e poi piangono e imbrattano i muri
di rimorsi, rimpianti e perché...

Va bene, lasciami tre sigarette,
senza fiammiferi, senza rancore,
e questa strana luna senza notte,
e questa nuvola di dispiacere...

Adesso lasciami che c'ho da fare,
non so che cosa, come, dove e quando,
ti prego lasciami ricominciare,
lo so benissimo che sto sbagliando!

Amore lasciami, non mi lasciare,
lasciami, non mi lasciare,
lasciami, non mi lasciare,
lasciami, non mi lasciare!

Amore lasciami, non mi lasciare,
lasciami, non mi lasciare,
lasciami, non mi lasciare,
lasciami, non mi lasciare!

Amore lasciami, non mi lasciare,
lasciami, non mi lasciare,
lasciami, non mi lasciare,
lasciami, non mi lasciare...

http://www.youtube.com/watch?v=QnkfM2h2cik

lunedì 22 novembre 2010

The family man - finale

Abbiamo una casa nel New Jersey, abbiamo due figli, Annie e Josh. Annie non è un granché come violinista ma ce la mette tutta, è un tantino precoce, ma solo perché dice quello che pensa! E quando sorride... E Josh... lui ha i tuoi occhi, non dice molto, ma sappiamo che è uno sveglio! Tiene sempre gli occhi aperti, sai, ci osserva sempre; qualche volta tu stai a guardarlo e ti rendi conto che sta imparando una cosa nuova... è come assistere ad un miracolo.
La casa è un casino, ma è nostra... ancora 120 rate del mutuo e sarà nostra! E tu presti assistenza legale gratuita, sì è così, assistenza legale gratuita, ma non ti crea problemi.
E siamo innamorati, dopo 13 anni di matrimonio siamo ancora incredibilmente innamorati, non mi permetti di toccarti se non lo dico.
Canto per te, non sempre, ma sicuramente nelle occasioni speciali. E noi abbiamo avuto la nostra parte di sorprese e magari fatto sacrifici, ma siamo rimasti insieme.
Vedi, tu sei migliore di me e lo starti accanto mi ha reso migliore.
Non lo so, forse è stato solo un sogno, magari sono andato a letto in una triste notte di dicembre e ho immaginato tutto, ma ti giuro che niente è mai stato più reale, e se ora sali su quell'aereo sparirà per sempre.
So che possiamo continuare con le nostre vite, ce la caveremmo benissimo, ma io ho visto quello che potremmo essere insieme e scelgo noi.
Ti prego Kate, una tazza di caffè, puoi sempre andarci a Parigi, solo, ti prego non stasera.

Prigioniera

Facebook: diventato famoso per essere il cupido degli amici che non si vedono da tempo. E in effetti ne sono stata vittima anch’io, delle sue frecce. Dopo anni ho incontrato un vecchio amico. Per motivi di privacy gli darò un nome fasullo. Diciamo che dopo anni ho rivisto Giovanni. Abbiamo passato una bella serata, chiaccherando con altri dei 10 anni passati. Poi, quando mi ha riaccompagnato a casa, ho scoperto che ha una storia simile alla mia. Ha rivisto un’amica d’infanzia dopo 25 anni, ed è stato un colpo di fulmine, circa due anni fa. Ma dopo un po’ di tira e molla, due mesi fa lei ha deciso di lasciarlo, accusandolo di non darle quel che lei voleva. Lui ha capito il suo errore, ed è disposto a ricominciare. Ma lei è convinta nelle sue decisioni, anche se le sue azioni non sono coerenti, e lo chiama, si arrabbia se lui non risponde, si incontrano, ma dopo ogni incontro lei resta ferma sulla sua decisione. Lui parla di lei con l’aria sognante e nostalgica di chi ha capito cosa ha perso, di chi è innamorato ma non può avere quel che vuole e neppure dimenticarlo. Invidia chi ha lontananza fisica dalla persona che si ama e che non ci vuole.
Non mi era mai capitato di capire così perfettamente una persona, di essere così in simbiosi. E di dovergli dare dei consigli. Ma che vuoi consigliare, a un uomo innamorato? È innamorato, può solo amare.
Io invece sto lentamente impazzendo.
È ancora lunga la strada…
Lunga come la strada nel deserto australiano.
Nell’ondata di cartoni animati ho messo Occhi di Gatto come foto nel mio profilo. Perché mi piaceva guardarlo. E perché avevo detto a mia mamma che da grande avrei fatto la ladra, come loro. Non ho fatto la ladra, ma le mie avventure le ho avute.
E oggi, guardando con Alessandro le foto del mio viaggio, lui e mia madre si sono messi a parlare di quel che potrei farne. Mandarle a qualche televisione, tipo Licia Colò, farne un servizio, che magari potrebbe diventare anche un lavoro, visto che i viaggi che faccio io non sono mai in posti turistici ma sempre in mete un po’ particolari. Perché secondo mia madre sono come il protagonista di Into the wild, che aveva cercato la libertà nella natura ma ne è rimasto prigioniero. Perché secondo loro una volta che inizi a viaggiare non puoi più fermarti. Ma già lo sapevo che ero rimasta prigioniera dei miei viaggi. Ed è da questo che sto cercando di fuggire. Come il protagonista di Into the Wild non poteva più tornare indietro.
Ma perché remate tutti contro? Anch’io ho paura di quel “old travelling bone” che potrebbe darmi problemi in un futuro. Ma spero di riuscire a metterlo un po’ da parte. Io lo so che sono fatta così, che nel profondo sono come Occhi di Gatto. Ma di nuovo, devo saper rinunciare a qualcosa, non posso salvare capra e cavoli ogni volta. Lo so che devo scegliere tra due metà di me stessa, ma non posso fare altrimenti.
Anni fa, quando stavo progettando il mio viaggio di ritorno dall’Australia su una Panda, sognavo di arrivare a Madrid come meta finale. Sognavo di smontare dall’auto, avere migliaia di fotografi e televisioni che mi offrivano lavori come scrittrice o viaggiatrice di professione, partire magari per mesi anche due volte l’anno. Ma ad aspettarmi in tutto quel caos c’era anche l’amore della mia vita, qualcuno che avevo conosciuto prima di partire e che mi aveva aspettato al mio ritorno. Non aveva un volto. Non sapevo chi era, sapevo solo che esisteva. Nel mio sogno si vedeva solo di spalle, per non dargli il volto di nessuno. Mi avvicinavo a quelle spalle chiedendogli “Tre settimane l’anno?” intendendo le ferie che ci saremmo presi se avessimo avuto una vita insieme, una vita normale. “Sì” fu la sua risposta. Mi girai verso i giornalisti e declinai ogni offerta. Avevo tutto quello che avevo sempre desiderato: compiere il viaggio della mia vita e fermarmi con qualcuno.
The family man: io ho visto quello che potremmo essere insieme e scelgo noi.

Weekend

Non mi son fatta sentire per un po. Scusate. Ma era wkend.
E' la prima volta che sono a casa per così tanto tempo. E sinceramente conosco ormai così poche persone da queste parti che avevo paura di non trovare nulla da fare in questo tempo.
Ma forse sono cresciuta. Forse la magia di facebook. Ma non pensavo che avrei trovato da fare durante il wkend, durante la settimana, di incontrare vecchi amici con i quali non sono piu in contatto veramente da anni. Dal 2001. Quasi 10 anni. Ma si cresce, si diventa adulti, e perchè non vedersi per una birra, per una pizza? Non pensavo che sarei arrivata al punto di dire "ho un impegno con una persona ma se vuoi ci troviamo tutti insieme". Io. Io, che non riesco ad organizzare niente, non trovo mai il momento giusto per fare le cose. Ho fatto questo, ho unito due gruppi. Piccoli, lo ammetto. Ma non ci ero mai riuscita.
In fondo, tornare qui in Italia non sarebbe così male come pensavo. Ci sono un sacco di persone che potrei chiamare, con cui potrei passare del tempo, con cui ricominciare un'amicizia che si era interrotta. Perchè no? Ho meno paura adesso...

giovedì 18 novembre 2010

Si è rotto... Pace...

Si è rotto. Dopo tre anni, dopo aver pensato che non sarebbe mai successo, si è rotto. Quel braccialetto che una brasiliana, tre anni fa, mi legò al polso chiedendomi di dire una preghiera per ogni nodo sembrava indistruttibile. Le mie tre preghiere erano a breve termine in realtà, quindi pensavo che ormai era inutile che il braccialetto si rompesse perchè o si erano già realizzate, o non sarebbe più servito che si realizzassero. E difatti mi sono anche dimenticata cosa avevo chiesto. Ma una delle tre me la ricordo.
In quel periodo avevo un forte mal di schiena. Avevo avuto una tosse intensa, e i muscoli della schiena avevano finito col dolermi dallo sforzo. Ero nel pieno della sofferenza quando questa ragazza annodò tre volte quel bracciale al mio polso. E il mio primo desiderio fu che mi passasse il mal di schiena. Ovviamente non potevo immaginare che ci avrebbe messo 3 anni a rompersi, perciò il mal di schiena mi passò ben prima che il braccialetto potesse fare il suo effetto. Ma si è rotto adesso. E non ho mal di schiena adesso. Ma una persona a cui tengo molto sì. Che fosse quello il mal di schiena che intendevo all'epoca, senza saperlo?
Ci sono altri due fatti che ricordo di quel periodo. Poco prima avevo conosciuto un ragazzo. Pensavo che sarebbe potuto essere un buon ragazzo per me, ma non ne ero molto convinta. In più, non era da molto che avevo deciso di restare a Dublino in seguito al fallimento del mio esame a Trieste, ma ancora dovevo convincermi che quella era la scelta giusta per me. Ora non vorrei farmi prendere la mano dalla fantasia, o dalla speranza, ma può essere che una delle due preghiere fosse quella di capire chi fosse l'uomo giusto per me, e l'altra di capire che cosa volessi per me in generale, nella mia vita. In pratica, di capire se la scelta di restare a Dublino, a Lufthansa, fosse stata la scelta giusta.
Anche queste preghiere richiedevano una risposta a breve termine, e col tempo dovetti fare le mie considerazioni e le mie scelte a prescindere dall'effetto del braccialetto.
Poi lunedì qualcuno mi ha accusato di avere troppe idee strane per la testa, di viaggi, di spostamenti, di divertimenti, di ostelli, di un sacco di altri sogni più o meno realizzabili. Mi ha accusato di non parlare la sua stessa lingua, di non volere le stesse cose che voleva lui. Allora gli parlai di Suzzolins, della mia casa, quella casa dove ero nata e cresciuta, quella casa che sono anni che dico che un giorno metterò a posto per andare a viverci. Gli spiegai com'era fatta e che idee avevo, che il campo dietro avrebbe potuto essere un frutteto, che le due stanze d'entrata avrebbero potuto essere unite per fare un salotto, che le camere erano tre anche se erano piccole, che mi sarebbe piaciuto metterle verso nord anche se di solito non si fa, ma pensa che bello avere il letto sotto la finestra, svegliarsi la mattina, guardare fuori e vedere il lago...
Quella casa era l'unico sogno che avevo sempre avuto. Ed è vero. Che poi le strade della vita mi abbiano condotto da tutt'altra parte è un discorso diverso. Che io abbia passato tre anni a Dublino e viaggiando per il mondo è stato perchè c'ero io con me stessa, perchè non ho mai dovuto pensare a me e un'altra persona, ma solo a me stessa. E la vita da single a Cordovado non è il massimo. Dublino, per me single, mi ha offerto molto di più. La scelta di restare là tre anni fa non potè essere più giusta. Ma non sono mai riuscita a pensare alla mia vita intera là. Non sono mai riuscita a pensare a una famiglia là.
Ho sempre avuto voglia di una famiglia. Ma cosa vuol dire avere una famiglia? Certo, innanzitutto vuol dire trovare una persona di cui innamorarsi, con cui avere voglia di costruire qualcosa. E poi vuol dire rinuncia.
Ogni cosa nella vita richiede la rinuncia a qualcos'altro. Ci sono persone che rinunciano alla famiglia per il lavoro. Artisti e musicisti spesso la sacrificano per la loro passione. Ma per citare un esempio immaginario, Uma Thurman in Kill Bill dice che era la donna più letale al mondo, ma che ora che era incinta aveva paura per il suo bambino. Lei stava rinunciando al suo essere una killer per un figlio.
Ed io, oggi, ho capito che devo rinunciare a qualcosa. Ho rinunciato a quella casa per anni, a favore di un buon lavoro, di un bell'ambiente, dei miei viaggi, di me stessa. Ma ora, se voglio realizzare quel sogno, devo rinunciare a tutto questo.
Perchè non l'ho fatto prima? Semplice: perchè il sogno di quella casa non è mai stato per me sola. Non ho mai visto il motivo di metterla a posto per viverci da sola. Ma per averci una famiglia e crescerci un figlio, allora acquista un senso.
E' importante la pace, specie per una come me il cui criceto del cervello è iperattivo. Quante idee più o meno strane non ho avuto nel corso degli anni? Diventare scrittrice, diventare viaggiatrice di professione, aprire un Bed&Breakfast in Irlanda, lavorare in una fattoria nell'Outback australiano. Nessuna di queste però si incastrava con quell'idea di mettere a posto la casa di Suzzolins.
Lasciare Dublino deve avere un senso. Rinuncerei a una vita da single a favore di una vita con qualcuno. A Suzzolins, magari, con due buste paga da mille euro o poco più, un mutuo di 25 anni, due cuori e una capanna, una vita semplice, e tanta tanta pace.

sabato 13 novembre 2010

Dagli appunti di ieri

Ieri era la prima notte che passavo da sola. Senza Guido che mi sveglia per la colazione, senza Cecilia e Gabriele che vanno al lavoro presto, senza mia mamma che dorme nella stanza accanto.
E finalmente ho pianto. Finalmente tutto il dolore è uscito. Finalmente si è espresso come doveva, facendomi contorcere nel letto, facendomi vagare per la casa, facendomi abbracciare il mio gatto di peluche, facendomi urlare in silenzio.
Di nuovo. Quanto tempo era? Dopo il mio ex, prima di lui. Single. Sola. Pianti. Lo diceva sempre mia mamma: non sono fatta per stare da sola. Sono sempre stata “fissata”, secondo lei, con questa storia dei ragazzi. Io ero una di quelle ragazzine che voleva un fidanzatino. È un po’ vero. Ho sempre pensato al principe azzurro. Leggevo fiabe, vedevo film, dove l’amore la faceva sempre da padrone. E sono cresciuta con quest’idea, che un giorno, in una situazione estremamente romantica, avrei incontrato il mio principe azzurro con cui passare il resto della mia vita…..
E mi è successo di incontrarlo. Più di una volta. Ma a quanto pare non è mai stato per la vita. Solo che in ogni caso ho sempre pianto, sono sempre stata male. Perché se incontro una persona mi impegno perché sia per la vita. Mi faccio travolgere perché sia per la vita. Perché non devono esserci segreti tra me e l’uomo della mia vita, e cerco di aprirgli i meantri più remoti della mia anima. Per questo se poi finisce rimango malissimo. I sogni che avevo fatto sembrano quelle scene da tv, quando filmano i palazzi minati alla base, che crollano a picco in una nuvola di mattoni svolazzanti.
E piango. Piango perché tutto quello che voglio, un amore per la vita, non è più con me. Piango perché quella persona che mi conosce meglio di me stessa non è più con me. Piango perché se l’amore non c’è io non sono completa. Mi manca qualcosa. Mi manca una parte di me stessa. Sarebbe come chiedere a una mela tagliata a metà di essere felice. Non può. La mela acquista armonia nella sua rotondità. Io acquisto armonia se metà di un intero.

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Zio: Questa testa dura qua quando si mette in testa qualcosa la ottiene. Magari la riva con la lingua fuori, a tucuti, ma la riva. No la ciapa la decision, ma quando che la decide la va fin in fondo.
Mamma: Scantina, è! Come che diseva Michelangelo: “Sta chi la xe Scantina!” (toctoctoc, battendo le nocche sul tavolo)
Eh, si. In tutto. Anche nei rapporti sentimentali. Ma mi sto ripetendo ormai, il concetto lo abbiamo capito…

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Corriere: Ciao, c'è tua mamma?
Sottoscritta: No, ma è roba mia...
C: Ma sei maggiorenne?
S: Ho 28 anni, bastano?
C: Ah, scusa! Li porti benissimo...
(sarà la tuta da ginnastica...)

Me: Can I have a packet of Marlborough please?
Cashier: Yes, but what is your age please?
M: ... 28?
C: Awe, ok! Which type you said?

Segnali chiari: porter anche bene I miei anni, ma se tutti mi scambiano per una sedicenne come faccio a conquistare un trentenne? Come faccio anche solo ad essere avvicinata da un trentenne in un pub? Uno che non sia un pedofilo? Non ho speranze…

venerdì 12 novembre 2010

Il PC nuovo

Ieri non ho scritto nel blog. Sorry. Ho avuto un attacco di panico con il nuovo PC. Era così… impersonale! Già mi sento fragile in questo momento, e dopo 6 anni che uso questo PC, con tutte le mie sicurezze, vederne uno senza files, programmi, icone inutili, dove le funzioni sono nascoste… mi ha spaventato…
Per fortuna sono riuscita a rimettere la stessa foto di sfondo… almeno accenderlo mi conforta un po’ adesso… un bel ranocchietto verde su sfondo rosso è molto meglio dello sfondo azzurro ghiaccio di Windows!
Non capisco cosa ci trovi la gente d'oggi nei colori freddi. Le case bianche, essenziali, i colori azzurri dei nuovi programmi Windows... i colori si adeguano ai rapporti umani, sempre più freddi, sempre più virtuali. Un pc è un oggetto utile come un altro, non è più personale, come dice il nome. Il mio PC è inseparabile da me: ogni tanto da problemi, non funziona, fa bestemmiare, gli si cambiano i pezzi, migliora, invecchia.... quella crepa di fianco alla tastiera mi fa sempre ricordare quante volte deve essere caduto, mi ricorda di tenerci un occhio perchè potrebbe smontarsi... il mio PC non è un oggetto, è un mio amico, che ha vissuto con me ed ha i suoi ricordi e le sue memorie, ha una storia da raccontare.
Comprarne uno nuovo è un po’ come... tradirlo, lasciarlo per un altro.
Ecco cosa succede al giorno d'oggi: avanti il prossimo, al primo segno di cedimento. Perchè andiamo sempre avanti? Perchè ogni tanto non ci fermiamo a guardare indietro? A guardare cosa lasciamo?

Caro Babbo Natale

Ti scrivo già oggi perchè sono sicura che quest'anno ti servirà un po' di tempo per preparare il mio regalo.
Lo so che non mi sforzerò di scrivere la richiesta di mio pugno, ma quest'anno sono triste, e quando sono triste entra in gioco la musica. Parlo con le canzoni. Canzoni che scrivono altre persone, è vero, ma che riescono ad esprimere quello che sento chiuso dentro di me.
E so anche che non sono stata buona. Sono stata egoista, e non ho avuto il coraggio di portare fino in fondo le mie azioni. O meglio, le azioni quelle giuste. Ho abbandonato una persona che aveva bisogno di me, ho sbraitato perchè una malattia ha interrotto un mio progetto. Ho dimenticato le persone. Ho pensato a me stessa tutto il tempo, a cosa era meglio per me. Ho fatto dei buoni propositi per rimediare a tutto questo, ma in questi giorni sto già sgarrando.
L'anno scorso mi sentivo sola e ti avevo chiesto un po' d'amore. Non avevo richieste particolari, potevi decidere tu. E devo ringraziarti, perchè l'amore è arrivato e hai scelto pure bene! Forse ero stata più buona l'anno scorso...
Quest'anno però ho proprio sgarrato, perchè sei venuto a riprenderti quel regalo. Sono sicura che hai pensato che non lo volevo più, ma ti sei sbagliato, nonostante i dubbi che posso aver avuto, nonostante sembrasse che lo avessi ormai messo da parte era un bel regalo, mi era davvero piaciuto, e mi ci ero affezionata. E in fin dei conti un regalo è un regalo, non si dovrebbe tornare a riprenderlo: è quantomeno scortese! Perciò la richiesta è un po' più specifica stavolta...
Che dici, un regalino me lo merito anche quest'anno a Natale?


All I want for Christmas is you - Mariah Carey

I don't want a lot for Christmas
There's just one thing I need
I don't care about the presents
Underneath the Christmas tree
I just want you for my own
More than you could ever know
Make my wish come true
All I want for Christmas is...
You

I don't want a lot for Christmas
There's just one thing I need
I don't care about the presents
Underneath the Christmas tree
I don't need to hang my stocking
There upon the fireplace
Santa Claus won't make me happy
With a toy on Christmas day
I just want you for my own
More than you could ever know
Make my wish come true
All I want for Christmas is you
You baby

I won't ask for much this Christmas
I don't even wish for snow
I'm just gonna keep on waiting
Underneath the mistletoe
I won't make a list and send it
To the North Pole for Saint Nick
I won't even stay awake to
Hear those magic reindeers click
'Cause I just want you here tonight
Holding on to me so tight
What more can I do
Baby all I want for Christmas is you
Ooh baby

All the lights are shining
So brightly everywhere
And the sound of children's
Laughter fills the air
And everyone is singing
I hear those sleigh bells ringing
Santa won't you bring me the one I really need
Won't you please bring my baby to me...

Oh I don't want a lot for Christmas
This is all I'm asking for
I just want to see my baby
Standing right outside my door
Oh I just want you for my own
More than you could ever know
Make my wish come true
Baby all I want for Christmas is...
You

All I want for Christmas is you... baby!
http://www.youtube.com/watch?v=pA8UHeoYHQM

giovedì 11 novembre 2010

Certe notti la radio che passa Neil Young sembra avere capito chi sei...

The Fray - You found me

I found God... on the corner of 1st and Amistad
Where the West... was all but won
All alone... smoking his last cigarette
I said, "Where've you been?"... He said, "Ask anything".

Where were you... when everything was falling apart.
All my days... were spent by the telephone
It never rang... and all I needed was a call
That never came... to the corner of 1st and Amistad

Lost and insecure... you found me, you found me
Lying on the floor... surrounded, surrounded
Why'd you have to wait?... Where were you? Where were you?
Just a little late... you found me, you found me.

But in the end... everyone ends up alone
Losing her... the only one who's ever known
Who I am... who I'm not and who I wanna place
No way to know... how long she will be next to me

Lost and insecure... you found me, you found me
Lying on the floor... surrounded, surrounded
Why'd you have to wait?... Where were you? Where were you?
Just a little late... you found me, you found me...

The early morning... the city breaks
And I've been calling... for years and years and years
And you never left me no messages
You never sent me no letters
You got some kind of nerve... taking all I want

Lost and insecure... you found me, you found me
Lying on the floor... Where were you? Where were you?

Lost and insecure... you found me, you found me
Lying on the floor... surrounded, surrounded
Why'd you have to wait?... Where were you? Where were you?
Just a little late... you found me, you found me!

Why'd you have to wait... to find me, to find me?
http://www.youtube.com/watch?v=rDyTFjX03ck


Alessandra Amoroso - La mia storia con te

guardami bene negli occhi,
da troppo tempo sfuggi da me
sembrano lontani quasi anni luce
quei momenti con te

quando mi dicevi sei bellissima
mi facevi vivere una favola
quando mi sentivo indispensabile,
di un gioia immensa fino a piangere
mentre adesso è tutto lontanissimo
e ci divide un solco profondissimo

ancora ancora
vorrei vivere intensamente
quel sogno insieme
la mia storia con te

forse non c’è via d’uscita,
quando ogni cosa non va da se
sai certe volte mi sento sola
anche con te

eppure mi dicevi sei bellissima
scrivevi ti amo su ogni pagina
quando ripetevi sei fantastica
mi sfioravi e mi sentivo unica

ora invece è tutto lontanissimo,
e ci divide un solco profondissimo

ancora ancora
vorrei vivere intensamente
quel sogno insieme

voglio addosso le tue mani
voglio vivere a colori
dimmi che quell’emozione ritornerà

ancora, ancora
vorrei vivere interamente

ancora, ancora
vorrei vivere immensamente
quel sogno insieme
http://www.youtube.com/watch?v=ewSdTTy2f00


Cesare Cremonini - Hello

Sembra facile,
invece non lo è quasi mai
chiudi gli occhi se ami davvero
non ti dirò segui il sentiero
sarò, io sarò, luce nel cielo
quando penserai: “io non ci vedo”
non lo perderai l’amore vero.

Lo canterai, lo scalderai
dal freddo e il gelo
e lotterai, sì lotterai
perchè sia vero.

Sembra facile,
invece non lo è quasi mai
non si svela un mistero
quando penserai: “io non ci vedo”
non lo perderai l’amore vero.

Lo canterai, lo scalderai
dal freddo e il gelo
e lotterai, sì lotterai
perchè sia vero.

http://www.youtube.com/watch?v=D-fP5MbQQBs&feature=related


Midge Ure - Breathe

(Breathe)
With every waking breath I breathe
I see what life has dealt to me
With every sadness I deny
I feel a chance inside me die

Give me a taste of something new
To touch to hold to pull me through
Send me a guiding light that shines
Across this darkened life of mine

Breathe some soul in me
Breathe your gift of love to me
Breathe life to lay ¹fore me
Breathe to make me breathe

For every man who built a home
A paper promise for his own
He fights against an open flow
Of lies and failures, we all know

To those who have and who have not
How can you live with what you¹ve got?
Give me a touch of something sure
I could be happy evermore

Breathe some soul in me
Breathe your gift of love to me
Breathe life to lay ¹fore me
To see to make me breathe

Breathe your honesty
Breathe your innocence to me
Breathe your word and set me free
Breathe to make me breathe

This life prepares the strangest things
The dreams we dream of what life brings
The highest highs can turn around
To sow love¹s seeds on stony ground

Breathe
Breathe

Breathe some soul in me
Breathe your gift of love to me
Breathe life to lay ¹fore me
To see to make me breathe

Breathe your honesty
Breathe your innocence to me
Breathe your word and set me free
Breathe to make me breathe

(Breathe)
http://www.youtube.com/watch?v=USFr5VeLQ2o

mercoledì 10 novembre 2010

Shall we dance?

Lei - Tutte queste promesse che facciamo e rompiamo. Qual è secondo lei la ragione per cui ci si sposa?
Lui - La passione.
Lei - No! Perchè ci serve un testimone della nostra vita. Ci sono miliardi di persone sul pianeta: insomma, quanto può valere ogni singola vita? Ma in un matrimonio la promessa è di prendersi cura di tutto... sia delle cose buone che di quelle terribili o frivole. Di tutto, sempre, ogni giorno! Chi promette dice: "La tua vita non scorrerà inosservata perchè io l'avrò osservata. La tua vita non sarà priva di testimoni perchè io sarò il tuo testimone".

Parafrasando: la tua vita non sarà una vita come tante, perchè sarà importante per me.

martedì 26 ottobre 2010

In viaggio

Tic tic tic. Dopo 4 mesi che i miei pensieri vengono filtrati dalla penna per la carta trovarmi di nuovo di fronte alla tastiera è strano. Ma mi sono riabituata subito. Faccio errori, cerco le lettere a volte, ma sono di nuovo veloce. Finalmente il mezzo di scrittura può stare dietro al flusso dei miei pensieri.
Pensieri: ecco uno degli ultimi che sono finiti su carta, 25 ottobre:
“Sono le 7.30 della mattina di un bank holiday, sono appena stata lasciata e cammino per il centro deserto di Dublino cantando “Mila e Shiro”: è il primo giorno del resto della mia vita.”
Non è mia, quest’ultima frase. È nel film “American beauty”. Quante frasi non sentiamo tutti i giorni, alla tv, al cinema? Frasi belle, che lo sono o lo sono potenzialmente, anche se a volte ci sembrano banali. Il problema è che quelle frasi non sono banali. Ogni frase ha il suo momento di gloria, ognuna è perfetta per un momento preciso della nostra esistenza. E ieri era il primo giorno del resto della mi vita.
Non perche non m’importi di essere stata lasciata. Mi importa eccome! Mi sento leggera, pesante, felice, disperata, arrabbiata, comprensiva. Ma non confusa. Sono il caos in questo momento, un’onda scomposta di sentimenti contrastanti, ma ben distinti tra di loro. Riesco a prenderli uno per uno, se voglio, ad osservarli. Sono solo tanti e si muovono in maniera disordinata dentro di me, ma so per ognuno di loro l’origine e il motivo.
L’origine e il motivo è lui. Come dice la mia amica, un uomo, non un ragazzo, che mi ama. O che quantomeno mi ha amato. E mi ha capito. In ritardo, ammettiamolo. Ma mi ha capito. Mi ha guardato due giorni fa, e mi ha detto quelle cose che nessuno mi aveva mai detto. Io che pensavo che a volte non mi capisse, ed invece è andato là dove pochi sono stati. È riuscito a mettere parole, frasi, su concetti che erano dentro me da tempo ma che non ero mai riuscita ad interpretare da me.
Qual è il suo punto? Mettere ordine nel caos. È da un po’ che lo dico, ma non ho mai avuto idea di come farlo. Non ho mai capito cosa volesse dire quella frase. Dico, esattamente. Che caos? Quello della mia camera con i vestiti per terra? Quello del salotto con il tabacco sparso sulla moquette? Quello del giardino con le erbacce? No, molto più semplice: quello del mio stile di vita. Lui ha ragione, lavorare a Lufthansa mi ha fatto viaggiare, scoprire posti nuovi ogni volta, nutrire la mia curiosità, ma mi ha tolto dalla realtà quotidiana. Dalla vita reale. Da una vita che forse potrebbe essere noiosa, ma che nella sua routine può dare più soddisfazione del caos.
Pensiamoci, senza contemplare l’opzione "lui". Prima di incontrarlo, lavoravo a turni, swappavo appena potevo, per poter viaggiare due, tre, quattro volte l’anno, per 15-20 giorni. Chiedevo due ore di permesso in ufficio per uscire a prendere l’aereo il prima possibile, e spesso al ritorno atterravo un’ora prima di rientrare in ufficio. E lavoro, lavoro, lavoro, alle 7, alle 13, a non so che ora. Sabato, domenica, Natale, Pasqua. Lo ammetto: invidiavo quelli che si lasciavano la tipica settimana di ferie “per riprendersi dalle ferie”. Ero curiosa, viaggiavo, mi piacevano i posti che vedevo, ma a casa ero stanca, e non avendo tempo di riposare non riuscivo neppure a fare le cose più normali fuori dal lavoro, come mettere a posto la casa, fare la spesa, lasciamo perdere uscire o la palestra! Ero così assorbita dal viaggio che non mi ero accorta di essere diventata un automa, i cui ingranaggi si attivavano solo quando viaggiavo, e passavo il resto del tempo spenta. Ma il viaggio ha una meta, una fine. Ed è quello il momento di fare di nuovo i conti con la realtà.
Mi ricordo una sera, ero in Italia, al ristorante con mia mamma e i miei zii. I miei zii mi chiesero perché non volessi stare a casa durante le festività, e io risposi che preferivo lavorare quei giorni per poter andare in ferie quando non ci andava nessuno, con i voli vuoti e i prezzi più bassi. Ma non lo dissi. Lo imposi. Ricordo la faccia arrabbiata di mia mamma quando mi disse, una volta a casa, che ero stata un’arrogante. Mi colpi come un diretto, in piena faccia. Ma non mi resi conto, quella volta, quanto stavo diventando schiava della mia passione.
Perche quella volta viaggiare mi piaceva. Erano due tre settimane, non di più, poi ritornavo a casa. E mi piaceva. Quindi ho pensato che volevo vivere in viaggio, perche l’ho detto, la mia vita era un caos, e solo in viaggio trovavo la mia dimensione.
Perciò lo feci. Lasciai il lavoro, la mia città, e partii per 4 mesi, pensando di trovare una dimensione mia, viaggiando sempre. Ma alla lunga ho scoperto che più viaggiavo e più il viaggio diventava routine: non era più quell’esotico che rincorrevo con curiosità e desiderio, era diventato vita quotidiana. Mi stupii. Mai avrei pensato che il viaggio, la più imprevedibile delle avventure, avrebbe potuto diventare una routine. Eppure lo diventò. Eccomi di nuovo sul treno. Eccomi di nuovo in marcia. Eccomi a cambiare ancora posto. Cambio, cambio, cambio. Avevo la breve illusione che mi piacesse perche i posti che visitavo erano belli, ma in più di un’occasione mi sono sentita come una cassiera del supermercato: bip, bip, bip, avanti il prossimo. Routine.
Altro pugno in faccia. Mi sembrava di aver fallito, di aver fatto il più grosso degli errori: bramare a una vita in viaggio, e scoprire che il viaggio non era quello che volevo. Non potevo ammettere l’errore. Era troppo grande. Così continuai. Avevo una meta, la dovevo raggiungere. Era ormai un semplice spostamento da un punto A a un punto B, senza a volte neppure troppe emozioni, a volte attraverso la noia, e a volte, cmq, visitando illusivi posti belli.
Arrivai in Giappone, ma non avevo quasi voglia di visitarlo. Un po’ per i soldi, è vero, ma soprattutto perche ero stanca di viaggiare. Era davvero ora di tornare a casa. Ma quale casa? Quella che avevo lasciato mesi prima? E a quale vita sarei tonata? Quella disordinata di LH? O era finalmente ora di mettere ordine nel caos?
Ha ragione lui: scappavo da una vita che non mi soddisfava, ma non posso vivere scappando. Qualsiasi vita io faccia diventerà prima o poi quotidiana. Bisogna affrontare la realtà, imparare a conviverci, e a renderla speciale in altri modi. Il viaggio stesso, preso in piccole dosi, può essere un modo. Ma anche una passeggiata in centro, una cena con gli amici, una birra in compagnia. E perche no, un nido d’amore…
Se inizierò a mettere ordine in questo caos, non posso dire che non lo farò per lui. Posso provare a mentire, ma so che non sarebbe così. In fondo, io gli avevo detto di venire a Dublino per se stesso, perche aveva bisogno di recuperare quella fiducia in se stesso che si era persa da qualche parte. Ma all’epoca lui lo fece per me. Alla fine pero, “grazie” alla mia assenza, ha dovuto trovare la forza di andare avanti da solo, e quel che era iniziato per me è finito a essere per lui. E ne sono contenta.
Per questo motivo avevo anche detto che una volta tornata le nostre esistenze sarebbero state perfette di per se, che entrambi ci saremmo sentiti soddisfatti di quel che avevamo tra le mani indipendentemente dall’altro e che solo a quel punto avremmo potuto riunirci. Quasi giusto. La sua esistenza è perfetta ora. Ma la mia, che pensavo sarebbe stata perfetta alla fine di questo viaggio, invece ha ancora molto su cui lavorare. Adesso tocca alla mia vita rimettersi in carreggiata, diventare perfetta cosi com’è. Per me stessa. È un po’ quello che mi ha sempre detto mia mamma: non lasciarmi andare, non trascurarmi. Solo avendo rispetto per me stessa potrò farmi rispettare dagli altri.
Ora, se io sono stata il motivo della sua rinascita, non può essere lui il motivo della mia? Le cose cambiano, è vero. Ho avuto un’amara lezione a riguardo. Ma da qualche parte bisogna iniziare.
Pensavo di essere tornata a casa. Invece il viaggio è appena iniziato.

giovedì 1 aprile 2010

Play and never win!!!

This is a card game to be played alone. It goes on pure luck and it is very difficult to get to win.

The game is very easy. It is played with a deck of 40 cards. You can use the Italian cards (40 cards deck) or any other 40 cards deck with 4 different seeds. If you use the French cards you can take out the figures and play with the numbers from 1 to 10.

The game starts uncovering on the table the first 2 cards of the deck and compare them. If they are of the same number (but different seeds) you have to eliminate both of them from the game. If they are of the same seed (then of different numbers) you have to eliminate the lower card. If they are of different seeds AND numbers then you cannot eliminate any of them.

You can lay the eliminated cards on a deck aside. Yuo won't need them anymore until the next game.

Once you compare the first 2 cards you have to lay 2 more cards on top of them and compare them. You have to lay 2 cards straight away, you don't have to lay one card on top of the left one and compare it with the one on the right and after add another card on top of the right one and compare it with the left one.

Again, you have to compare the cards and eliminate one, two or no card. If you chance to aliminate one or two cards, you hve to compare the two cards left on the top of the 2 decks and eliminate them if necessary.

When you can't eliminate any card anymore, put 2 new cards on top of the two decks. Again, compare, eliminate, compare again and lay 2 more cards.

Keep going until yuo have no more cards in your hands. At that stage, you are left with two decks in front of you. Put the left deck on top of the right one, turn them over and start again uncovering the first two cards and comparing them.

Go ahead until you can eliminate cards, uncovering, comparing, eliminating, comparing again, topping and turning over.

You win when you are left with no cards both in your hands and on the table (when you eliminate all cards).


And now let us know how many times you played before you could win!!!!
... or how many times you played before you could realize it's basically impossible to win!!!!!