domenica 16 settembre 2012

Analisi critica de “Il pulcino pio”


Una volta i critici letterari dovevano confrontarsi con opere della misura della “Divina Commedia” o “Guerra e pace”. Oggi non ci resta che interpretare il testo e le fonti de “Il pulcino pio”.

  1. La gallina, nonostante la poca intelligenza di cui è dotata, è sempre riuscita ad emettere almeno due sillabe, producendo un suono identificato con “Coccodè”. Ridurla a dire un semplice “co” è offensivo.
  2. Il gallo del mio cortile mi ha svegliato per anni con un “Chicchirichì”. Mi chiedo se il gallo della canzone sia russo.
  3. Ho sempre detto al mio otorino che non ci sentivo bene, ma lui ha insistito dicendomi che il mio udito è normale. Mi chiedo perciò come sia possibile che non ho mai percepito la differenza tra il verso della capra e quello dell'agnello, nonché tra quello della mucca e quello del toro.
  4. Per imitare l'agnello, molti eseguono il gesto di chiudere le dita a pesce della mano destra, torcendola verso l'interno, e sbattere la mano sinistra sul gomito destro. Da un lato, non ho mai visto l'agnello fare questo gesto, dall'altro, tempo fa questo gesto significava tutt'altro che “agnello”, e di sicuro non veniva usato nelle canzoni per bambini.
  5. Le mucche di montagna hanno sempre fatto “mu”. Speriamo che negli allevamenti la smettano di usare mangimi chimici.

Metto il link al video di queste tre ragazze perchè io alla loro età ero scema uguale, ma non c'era youtube (c'è speranza anche per voi):