lunedì 24 marzo 2008

Tre metri sopra il cielo

Passando tra le scrivanie del mio ufficio ho visto un collega che tra una chiamata e l'altra leggeva un libro. Sapendo che lui ne legge molti, cercai di approfittare del suo parere: “Io adesso sto iniziando Tre metri sopra il cielo, mi hanno detto che è bello...” “si, se hai 14 anni” è stata la sua risposta.

Non sono d'accordo. Ora che l'ho letto lo posso dire. Dopo la sua affermazione, lo ammetto, ho avuto paura di leggere quel libro, di leggere una cosa che alla veneranda età di 26 anni non avrebbe dovuto essere indicata. Ed invece no.

Certo, la storia ha come protagonisti due diciottenni. Certo parla di cose che ormai non mi riguardano piu: le interrogazioni a scuola, la prima volta, uscire di nascosto, frequentare chi non piace ai genitori. Non mi riguardano piu direttamente. Ma a nessuno di noi non sono mai riguardate. E sono sicura che, come io mi sono rivista in Babi, in Pallina, in Maddalena, anche mia mamma, quando l'ha letto, si è vista in Raffaella, ma anche lei è stata Babi come mia zia è stata Daniela. Forse i tempi sono leggermente cambiati, dai suoi ai miei, dai miei a quelli del libro. Ma quando l'ho letto una serie di ricordi e di verità sono riaffiorate nella mia mente, ad ogni frase del libro una situazione risbucava da un cassetto della memoria. E cosa ancora piu sconvolgente: ho visto mia madre e mio padre com'erano a diciott'anni, così diversi eppure così vicini.

Vi concedo che il linguaggio e lo stile sono molto semplicistici. I dialoghi spesso irreali e fiabeschi. Come dice la mia amica Laura: non possiamo riconoscere a Moccia di scrivere veramente bene.

Quello che mi ha più interessato del libro è sicuramente il motivo di Babi e Step: rappresentano entrambi la natura violenta dell'essere umano. Che l'una autocontrolla, l'altro no.

Quanto possa essere reale Step non lo so. Nell'arco di un libro è stato malmenato per nulla, abbandonato dalla madre, lasciato dalla ragazza che ama (bello il suo pensiero da duro adulto nel chiamarla la sua donna: è un'esaltazione di lei ma anche un chiaro segno di possesso) ed ha perso il suo migliore amico. Forse troppo. Troppe scuse per perdonarlo. Ma ad essere sincera: il mio 10 e lode lo vorrei anch'io. E scusate se vi sembra troppo romantico per una 26enne.

Di Step mi sconvolge la semplicità con cui mena le mani. Picchia uno un attimo prima, si pente di dare una testata ad un vecchio indifeso e riaccompagna a casa Babi un attimo dopo con la normalità di chi è uscito a prendere il pane ed ha incontrato un vecchia amica. In tutte le scene in cui picchia le persone o in cui la sua violenza si scatena la sua brutalità è sempre esplosiva, improvvisa, veloce. Molti direbbero un suo modo di comunicare. Io forse lo vedo più come un modo di essere, intrinseco e imprescindibile, che si mescola a tutte le altre sue sfaccettature. Non so se lui possa veramente cambiare. Lui è così, non è una sua reazione al primo pestaggio ricevuto, non è il fatto di frequentare certa gente. Lui non deve (e non può) cambiare, deve piuttosto sviluppare l'autocontrollo.

Esattamente l'opposto di quello che deve imparare a fare Babi. Lei si autocontrolla troppo. Ma anche lei può esplodere, e forse la sua reazione è vista più violenta di altre proprio per il contrasto che provoca con la sua quotidianità. Ma questa reazione cosi violenta non è altro che lo sfogo di violenze accumulate e non liberate ad una ad una. Sì, represse. Perchè non ci si può ribellare a una nota della prof, a uno schiaffo della madre. E tutto resta dentro. E prima o poi esce.

Quello che c'e' di sbagliato nel rapporto tra Babi e Step è il fatto che Babi cerchi di imporre la sua ragione su quella di lui. Per quanto la violenza possa essere sbagliata, non è con la repressione che la si fa svanire. Piuttosto con la consapevolezza e con la canalizzazione. Nonostante Babi ci abbia provato per mesi, quello che ha fatto “cambiare” Step è stato infine il fatto di realizzare l'inutilità della sua azione e quello di trasformarla in una corsa in moto. Almeno Step trova il suo modo di reindirizzare la sua violenza alla fine del libro. Babi invece ritorna nel suo idillio iniziale (apparentemente). Alla fine è Babi che non cambia, che ritorna sui suoi passi dopo il suo momento di evasione. In fin dei conti, il suo atto di violenza è stato lo stesso Step e la sua storia con lui. Forse però ci ha messo troppo in questo sfogo. E l'esagerazione di violenza, di evasione e trasgressione non sono potute durare. Invece però di accettarle e conviverci, Babi ha deciso di reprimerle nuovamente. E di tornare punto e a capo.

E ovviamente, tre metri sopra il cielo tutto questo si mescola e si azzera.

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